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L'avventura di una famiglia expat in Australia (forse)


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Makumba!

Ormai ne sono certa…qualcuno ci ha fatto una Makumba!

Questi primi 6 mesi del 2016 sono stati davvero intensi tra la babysitter che non è riuscita a rinnovare il visto, la mia mini crisi di panico in ufficio per il senso di responsabilità schiacciante sul mio progetto e l’assenza del mio capo progetto, la reazione a macchie che apparivano e sparivano sul corpo di 2G, il mio Dito impazzito, il mio licenziamento, le zero certezze per il lavoro di G e dulcis in fundo l’emergenza tecnica sul volo da Singapore a Malpensa che ci ha costretto, a 2 ore dal decollo da Singapore, a fare ritorno al punto di partenza perché il motore destro perdeva gasolio. In cabina c’era un pessimo odore di benzina e subito dopo essere atterrati l’ala ha preso parzialmente fuoco…credo di aver detto tutto!!!

In tutti questi avvenimenti ho cercato di vedere il lato positivo delle cose che c’è sempre e vederlo aiuta ad andare avanti, ma durante quelle “simpatiche’ due ore di volo a marcia contraria con il pilota che ci diceva “è tutto sotto controllo” ammetto che il mio pensiero è stato: “io non ce la faccio a reggere tutto ciò!”.

Mi ero già resa conto a Perth di essere in difficoltà, per il fatto che più volte a settimana mi sfogavo con le mie amiche e questo sfogo era spesso monodirezionale, cioè avevo proprio bisogno di condividere tutte queste pressioni con qualcuno. Io penso che le amicizie non siano solo chiacchiere allegre ma che condividere anche pensieri e preoccupazioni faccia parte del gioco…ma fino ad un certo punto, perché deve essere un “do ut des”.

Morale sono fermamente motivata, in questo secondo semestre 2016, a far tornare a girare il mio pianeta kiulo nel verso giusto ed a farmi supportare da uno del mestiere che mi aiuti ad alleviare il carico che mi porto sulle spalle.
A genova questo ruolo veniva svolto egregiamente dalla mia insegnante di yoga S, che oltre a farmi sfogare a parole, canalizzava tutti i miei pensieri e timori pre partenza per l’australia in esercizi yoga mirati…vediamo chi troverò a Perth 😉

Perché con l’esperienza ho imparato che chiedere aiuto non è da mollaccioni, ma da persone intelligenti!!!

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Marina Bay, Singapore

In tutto ciò, il week end a Singapore è stato bellissimo, a parte la febbre di 2G poche ore prima di imbarcarci per rendere ancora più “interessante” il volo con guasto tecnico.
Ora siamo in volo per Milano. Appena atterati aggiungerò un “Padre nostro” a tutti quelli che ho declamato durante quel maledetto volo…e spero che le vacanze in Italia saranno molto noiose 😉


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Bilancio forzato

Sarà perché fare i bilanci è un “vizio” di famiglia, anche io ho la tendenza a fare spesso dei bilanci che si trasformano in delle grosse autocritiche perché non ho ottenuto “Tutto Subito”.

Questa volta della serie “anche i muli imparano”, mi ero imposta di lasciar andare, di non fare troppi bilanci per i miei 35 anni e per il mio primo anno di rientro in uno studio di architettura, anche se ovviamente il fatto che non mi avessero fatto un vero contratto mi aveva abbastanza infastidito, così come il fatto che non mi avessero affidato nuovi progetti.

L’idea era: manca un mese alle vacanze, goditela, non pensare, a luglio quando torni con il nuovo anno fiscale australiano torni all’attacco per il contratto e se non te lo fanno, ti guarderai intorno per cercare un nuovo lavoro…

Venerdì 27 Maggio alle ore 16,15 arriva però la sorpresina: B, il nuovo direttore dello studio, nonché il genero del fondatore dello studio, mi chiama nella sala riunione e mi dà il benservito.
Ovviamente mi dice che sono molto contenti di me, che è solo una questione che non ci sono nuovi progetti, la crisi, la fine dell’anno fiscale a giugno…bla, bla, bla!!!

Io ci rimango di sasso e pure di mierda, però orgogliosissima non verso una lacrima nonostante la rabbia che mi stava montando dentro, concordo che avrei portato via le mie cose il lunedì successivo, mi alzo, vedo la mia collega tedesca V nella sala riunioni difronte ed esplodo in lacrime abbracciandola!!! Dando però le spalle alla porta 😉

Di base la notizia ha ferito il mio super Orgoglio e ha fatto calare anche tutta l’adrenalina accumulata in questo anno, perché ho fatto i numeri turchi per gestire le bimbe, essere una madre presente ma al tempo stesso non perdere mai un colpo in ufficio.

Durante il week end non sono mancate le pippe mentali sul perché mi avessero licenziato, tanto che lunedi con il giusto distacco ed un discorsetto imparato a memoria, ho chiesto di scambiare due parole con B per “presentarmi” e chiarire il fatto che negli ultimi mesi per esigenza dello studio avevo fatto il disegnatore (drafter), ma che in realtà il mio profilo era ben diverso.

Vi ricordate la famosa frase di Pretty Woman: “Lavora a percentuale? Grosso, grossissimo sbaglio!!!” Ecco, una cosa un po’ così 😉

B mi ha assicurato di essere a conoscenza delle mie capacità, che tutti erano soddisfatti di me e che la loro scelta era solamente basata sul tipo di contratto che avevo (casual) e sul gruppo di lavoro in cui ero (progetti residenziali) che era a corto di nuovi progetti.

Mi premeva anche ricordargli il fatto che due giorni prima mi era stato chiesto in fretta e furia di preparare il mio cv per un concorso in Malesia dove era richiesto un professionista iscritto al Green Building Council…ed io era l’unica dello studio ad avere tale qualifica… E il giorno dopo dell’invio della pratica mi licenzi? Sei uno Stronzo!

Col senno del poi, la mia partecipazione a quel concorso mi è valsa probabilmente un mese di buonuscita, perché la regola aziendale prevede che dopo un anno di lavoro casual hai diritto ad un mese pagato in caso di licenziamento. Se invece ti licenzano entro un anno, hai diritto solo ad una calorosa stretta di mano. Loro mi hanno licenziato dopo un anno e due giorni: o sono idioti oppure mi hanno tenuto solo per inserire il mio nome nel concorso ed avere più chance di vincere 😉

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Finalmente sono andata a vedere la nuova biblioteca in centro a Perth

Ad una settimana dell’accaduto, mi sento pronta a fare un piccolo bilancio guardando il lato positivo delle cose:

A) tutto il mondo è paese

B) il lavoro è solo lavoro e sono estremamente felice di aver dato retta al mio sesto senso e di aver rischiato chiedendo i due pomeriggi liberi a settimana per stare con le bimbe

C) fare la mamma full time non fa per me ed è molto più stancante che fare l’architetto 😉

D) i colleghi a cui davo la notizia ci rimanevano di sasso, pensavano fossi stata io ad andarmene ed erano scioccati che fosse stato lo studio a mandarmi via. Ho ricevuti abbracci calorosi da colleghi che mai avrei pensato. Anche il temutissimo D che mi aveva assunto era visibilmente colpito e dispiaciuto. Mi ha fatto piacere toccare con mano che in questo anno mi ero fatta apprezzare e stimare da molti.

D) questa pausa forzata alla fine non ci sta poi tanto male, perché sia io che G eravamo alla frutta, lui con il terzo grosso herpes in soli 5 mesi ed io con un’infezione al dito che non voleva proprio guarire!

Morale che si fa? Mi lecco le ferite, riorganizzo tate e nido, passo più tempo con le bimbe, sbrigo tutte quelle attività costantemente rimandate e cerco di sfruttare questa pausa forzata per pensare a quale lavoro vorrei fare in futuro!

Ovviamente mi sono già mossa con dei nuovi contatti ed ho già aggiornato il cv ed il profilo linkedin.
Settimana prossima mi dedicherò al portfolio (raccolta dei progetti fatti) e una volta rientrati a luglio ricomincero’ a mandare cv a manetta rispondendo agli annunci su Seek.

Nel frattempo ho scoperto/capito che:

1) la mia retribuzione era stata adeguata, cioè in linea con i miei 9 anni di esperienza lavorativa, nonostante il mio titolo di Architetto iscritto all’albo italiano non sia stato riconosciuto e sia stata quindi “definita” sul biglietto da visita Architectural Graduate (laureata in architettura).
In realtà d’ora in poi mi definiro’ M.Arch ovvero Master in Architecture che è il mio titolo di studi (qui molti si fermano alla laurea triennale B.Arch), che tra l’altro fa coppia perfetta con il mio nickname MammArch 😉

2) Nonostante in Australia ci sia una maggiore attenzione all’equilibrio famiglia e lavoro, negli studi di architettura purtroppo è difficile resistere se hai impegni inderogabili tipo andare a prendere le tue figlie all’asilo! Ho scoperto che l’anno scorso il mio studio era stato obbligato ad assumere molte donne per rispettare il Gender Equality Agreement ovvero assumere un numero minimo di donne in azienda.
Io mi ero trovata al posto giusto nel momento giusto, ma nel giro di un anno le donne erano aumentate e chissà come mai io ero l’unica con figlie piccole…a parte la figlia del fondatore con la quale però non mi sento di poter competere.

Questa riflessione non viene da me (che dopo essere stata licenziata dal mio studio di Milano perché incinta ormai a queste cose non ci faccio quasi più caso!!) ma dalla mia collega V che si è arrabbiata moltissimo per il mio licenziamento perché è stato un chiaro esempio che una madre, anche se brava, viene comunque lasciata a casa. Tra l’altro se il problema era puramente economico me ne avrebbero potuto parlare, io avrei anche considerato di fare tutti i giorni part-time…mah!!!

3) Dato il punto 2, sto valutando se cercare di cambiare leggermente settore ovvero lavorare come Project Manager lato cliente ed essere io quella che chiede documenti in fretta e furia agli architetti. Vediamo cosa succederà 😉

Anche la situazione di G non è delle più rosee perché in Western Australia a causa della crisi del mining e dell’oil and gas stanno licenziando a manetta. G dovrebbe avere un nuovo contratto per 12 mesi a partire da luglio. Ovviamente speriamo di averlo in mano prima delle vacanze in Italia ma non è detto.

Nell’ipotesi peggiore di rimanere entrambi senza un lavoro, ci metteremo a cercare in tutta l’Australia e ci sposteremo dove uno dei due troverà un lavoro.

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E se mi sveglio all'alba con pensieri vari, mi godo quest'alba 😉

Questi gli insegnamenti più importanti che ho imparato da quanto accaduto:

– goditi il presente

– take it easy

– rimani focalizzata su ciò che conta di più, cioè la tua famiglia e la salute

– segui il tuo istinto

e…

– ricorda che il destino è il più grande direttore d’orchestra 😉

Ps: questo post è stato scritto il 2 giugno 2016 ma pubblicato solo oggi, perché per evitare di creare il panico in Italia, la notizia del mio licenziamento è stata tenuta privata per un po’ 😉

Pps: lo pubblico solo oggi 20 giugno, perché ho anticipato la notizia ai nonni, il mio dito ha bisogno di un terzo round di antibiotico perché non è ancora guarito, non sto riuscendo a mettere in pratica tutti i miei propositi zen ed il rientro in Italia “ad orecchie basse” tra 5 giorni mi sta mettendo un po’ in crisi…quindi sono graditi commenti carini per tirarmi su il morale 😉


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Mi piace stare qui (a Perth)

Sono passati ormai 18 mesi dal nostro arrivo a Perth e non ho dubbi: mi piace stare qui!

Certo non è tutto rose e fiori a partire dalla vita che costa forse più che a Londra, ottenere il visto è un casino e ti fa sentire “selezionato” oltre a costare un sacco di soldi, i “Perthici” (come li ha ribattezzati un nostro amico italiano perché non esiste una parola ufficiale per definire gli abitanti di Perth, se non “mangiatori di sabbia”!! ) sono spesso “superficiali” al primo approccio…

Ma io qui prima di tutto ho ritrovato la possibilità di fare (ed essere) a livello lavorativo!

È vero, anche qui c’è la crisi e stanno licenziando una marea di persone (ed una visione economica più a lungo termine da parte delle aziende non sarebbe male!), ma appena ti rimetti sul mercato il telefono squilla, le persone ti trasmettono la loro positività… E quello che si percepisce è “si può fare”!
Certo, per i Perthici il si può fare può tranquillamente tradursi nel “domani metto in vendita la casa e mi trasferisco a chissà quanti migliaia di km e mi invento un nuovo lavoro… ” ma in effetti anche quello si può fare se si vuole 😉

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L'oceano Indiano in inverno 😉

A questo aggiungo il clima fantastico, l’oceano indiano a due passi, il traffico praticamente inesistente se penso agli standard milanesi…il vero problema è la distanza rispetto alle altre città australiane ma soprattutto rispetto all’Europa perché in caso di emergenza esserci può diventare davvero difficile.

Proprio per questo ci siamo affrettati così tanto a partire, per poter contare su nonni ancora giovani, indipendenti ed in grado di venirci a trovare.

L’obiettivo a lungo termine rimane la cittadinanza tra 4 anni. Non sarà facile ma speriamo di farcela…poi si vedrà 😉

Ps: belli questi articoli di Claudia sul tema 5 motivi per scegliere o lasciare l’Australia


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Aspettando le vacanze!

Questo finale di Maggio ed inizio di Giugno è stato abbastanza una mazzata nei denti, segno che è (quasi) tutto bello e (abbastanza) facile quando va tutto bene, ma quando cominciano i “contrattempi” la salita si fa ripida!

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I miei nuovi quadernetti dove appuntare i miei desideri ma anche i pensieri negativi per provare a gestirli da sola e a non tediare troppo marito e amiche 😉

Non è capitato nulla di grave, solo una somma di varie cose tra cui diversi malanni che hanno simpaticamente colpito tutta la famiglia:

2G che ha avuto una reazione “maculata” che appariva e spariva in diverse parti del corpo, dopo una banale influenza con mal di gola e febbre.
Alla fine una sera, quando si è riempita il viso di macchie, siamo andati all’ospedale dei bambini e l’abbiamo fatta vedere.
Per fortuna nulla di grave, come ci ha confermato anche la sorella pediatra della mia santa amica italiana ed a sua volta dottore A: ” Ho postato le foto a mia sorella. Esclude scarlattina. Dice esantema virale con componente orticarioide. Dice che userebbe solo antistaminici”.

Da quella serata al Princess Margaret Hospital, il mio dito indice ha incominciato a gonfiarsi. L’ho curato per 10gg con una pomata, poi è toccato pure a me il giro dal medico ed ho “vinto” un antibiotico bomba da prendere 4 volte al di per 5gg per curare l’infezione. Ora va meglio ma devo fare ancora 5gg di antibiotico!!

Poi è arrivato il turno di G, ormai al terzo grosso herpes in 5 mesi. Ha vinto pillole per herpes e pure lui un bel round di antibiotico.

3G ci ha dilettato con influenza durante il week end lungo per il Western Australia Day e strambata di caviglia giovedi sera.

Insomma non ci siamo fatti mancare nulla!!!

L’inverno è arrivato con ramate d’acqua e la temperatura in casa di giorno è calata a 16 gradi…ammetto di aver proprio bisogno di una pausa italiana 😉

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Ps: Sabato sera però siamo riusciti ad andare a vedere lo spettacolo Dysney on Ice alla Perth Arena, davvero bello!

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