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L'avventura di una famiglia expat in Australia (forse)

Le mie “battaglie interiori” 

9 commenti

Ormai si sa che sono un animo complicato ed assai idealista. Per fortuna G con il suo lato più “quadrato” da ingegnere contribuisce a bilanciare i miei slanci 😉 

In pausa pranzo: corsetta intorno al lago

È da tanti anni che combatto varie battaglie interiori, cioè delle situazioni personali che non mi vanno bene ma fatico ad affrontarle ed a trovare una soluzione o almeno un compromesso

Da quando sono mamma, ovviamente la principale battaglia è “Carriera o Famiglia“.

Come Architetto, sono spesso tra due fuochi: uno è quello di tornare in un grosso studio e di fare carriera, a discapito ovviamente della famiglia. L’altro è quello di fare la libera professionista promuovendo la sostenibilità ambientale

Sono praticamente 10 anni che combatto queste battaglie e finalmente, nel giro di pochi giorni, ho fatto dei bei passi avanti

Lunedi mattina: brainstorming davanti all’Oceano

Innanzitutto ho smesso di cercare la soluzione definitiva ma ho accettato  il “momento“. La parola “compromesso” non mi piace. Il “momento”, grazie allo yoga, mi piace molto! 

Nel giro di 6 mesi mi sono ricreata una situazione lavorativa che mi soddisfa: lavoro al mattino come free lance, al pomeriggio sto con le mie bimbe e spesso dopo le 5 pm mi dedico ad attività di volontariato e workshop vari. Questo per ora soddisfa la parte di “carriera e famiglia”. Nel 2018 anche la piccola 3G andrà a scuola tutte le mattine e potrà frequentare il before school ed after school con la sorella maggiore, perciò potrei cambiare nuovamente i miei piani 😉 

Sul lato Architetto, è da 1 anno che non progetto nulla e la cosa non mi turba affatto!!! Sto studiando e conoscendo nuove persone e progetti interessanti, soprattutto con la scusa del mio nuovo blog ThinkAboutSustainability. Insegno seguendo un programma molto poco definito che mi da la possibilità di strutturare le lezioni come voglio, facendo ricerca per preparare le lezioni. Insomma, al momento mi va benissimo così! 

In “gita” con i miei studenti!

Il grosso studio di architettura per ora non mi manca. Tengo comunque gli occhi aperti se dovesse capitare qualche occasione super, anche a tempo determinato. Perché il contratto a progetto può avere anche i suoi lati positivi 😉 

Infine, mi sono resa conto che non ho più la voglia/motivazione di fare la libera professione alla Don Chisciotte. Sbattermi e farmi il sangue marcio per convincere le persone e le imprese di costruzioni a realizzare edifici in modo diverso, in questo momento non mi interessa. L’ho fatto per tanti anni in Italia, non me la sento di ricominciare di nuovo quaggiù! 

Invece mi piace molto promuovere tutto ciò che di positivo viene fatto da altri. Ecco che ThinkAboutSustainability come contenitore di novità per l’ambiente mi calza a pennello ed infatti gli sto dedicando molta energia e passione, nel mio nuovo ruolo autoassegnatomi di Sustainability Communicator! 

Ricca non divento di certo, ma per fortuna G mi regala la serenità di non dovermi preoccupare della questione economica…e poi con le mie nuove capacità culinarie, sto contribuendo sempre di più a ridurre le spese di famiglia. Anche questo era ovviamente un nodo fondamentale per la mia serenità: quante storie mi sono fatta perché mi sembrava di spendere e basta, come se passassi le giornate a fare shopping in Montenapo!!! 

La mia nuova passione: il pane fatto in casa. Che si incastra perfettamente con il mio lavorare da casa 😉

Maturare vuol dire anche questo? Voi che nuove consapevolezze avete raggiunto? 

Ps: per lo slancio ad iniziare a fare il pane devo ringraziare Drusilla che mi ha introdotto alle ricette di Misya. Le mie preferite: Pane integrale veloce e Pane di segale 

9 thoughts on “Le mie “battaglie interiori” 

  1. Dopo qualche anno da “mantenuta” mio marito mi ha fatto fare un due calcoli: con me a casa significava: meno utilizzo della macchina, e invece di averne due ne avevamo una, possibilità di andare all’estero e quindi forte aumento di stipendio per lui, spese rasenti lo zero per quanto riguarda nido, babysitter, centri estivi e per tutta una serie di attività minori come spese ben mirate, cucina homemade, organizzazione in toto delle vacanze…insomma fatti due calcoli il mio non lavorare ci portava molto più guadagno rispetto a quando lavoravo…Ho smesso immediatamente di farmi paranoie e mi sono concentrata su ciò che di bello mi portava la vita non lavorativa!

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    • Grande, hai fatto bene! Pian piano ci sto arrivando pure io 😉

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    • Hai ragione l’angolo… però dopo tanti anni passati a studiare per la laurea, magari anche per un titolo, non riesco a mandare giù l’idea di contare sempre e solo sul marito. E così annaspo dietro al lavoro incastrato alla meno peggio con i figli e a tutte le mie inevitabili frustrazioni. Non so se noi donne riusciremo mai a trovare una nostra dimensione.

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      • Ciao Federica, grazie del tuo commento.
        Concordo anche con te: trovare un equilibrio non è mai facile.
        Io mi tolgo qualche sfizio economico insegnando e trovo soddisfazione nelle attività di volontariato che qui in Australia sono assai stimate.
        Essere mamme è davvero tosta 😉

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  2. Le donne delle generazioni passate non avevano molta scelta e quindi per certi versi era più facile, per altri ovviamente inmensamente difficile. Poi è arrivato il mito della donna in carriera, tutta lavoro ma anche questo estremo ovviamente non ha vinto anche se è di certo servito e smuovere le cose. Adesso in questa generazione la sfida delle donne, soprattutto italiane direi, è quella di cercare di ritagliarsi uno spazio nel mondo del lavoro senza tralasciare la famiglia.
    Tutte le trentenni/ quarantenni di oggi sono un po’ incasinate e forse insoddisfatte ma allora la soluzione qual’e’ se esiste?! Nei paesi scandinavi sono molte le donne che hanno lasciato del tutto la cura dei figli ai mariti che stanno a casa. A questo punto credo non sia una questione di sesso ma di capire chi ha le potenzialità maggiori per proseguire una carriera e chi invece da maggior contributo restando a casa come ha scritto L’angolo. Quello che stai facendo tu comunque è interessante e dimostri di essere in gamba anche nel modo di restare a casa, impiegare energie per la famiglia secondo me è importante per garantire una qualità di vita che difficilmente è raggiungibile se lavori fuori casa a tempo pieno.

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    • Ciao e grazie del commento!
      Io mi sono resa conto che se lavoro tutto il giorno e vedo le mie figlie solo la sera, mi sento male!
      Però ho anche immensamente bisogno dei miei spazi personali, anche solo per andare a yoga, e se lavoro full time con 2 figlie, questo non è praticamente possibile…e alla lunga sbrocco!!!
      Al momento sto riuscendo a coltivare i miei interessi sia personali che professionali e mi pare di aver raggiunto un buon equilibrio. Sempre precario, ma altrimenti che equilibrio è 😂

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  3. Non è facile trovare l’equilibrio tra carriera e famiglia, ma tu ci stai riuscendo. Vai avanti per questa strada!
    Evviva il pane di Misya!!!!
    Un abbraccio

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  4. Come mi ritrovo su tante cose! A presto! 😘😘

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